Il Comitato Scientifico SCCS ha pubblicato, il 25 luglio 2024 il parere definitivo che conclude la preliminary opinion del 4 aprile 2024, aperta a commenti fino al 2 giugno, in merito alla sicurezza di impiego nei prodotti cosmetici del Triphenyl phosphate (CAS No. 204-112-2, EC No. 115-86-6), un composto organofosfato.

Ricordiamo che sul Triphenyl phosphate (CAS No. 204-112-2, EC No. 115-86-6) vi erano preoccupazioni relative alle potenziali proprietà di interferenza endocrina e pertanto SCCS era stato chiamato dalla Commissione EU ad esprimere una propria opinione.

Nella versione definitiva dell’opinion viene confermato quanto asserito nelle precedenti conclusioni della preliminary opinion ovvero che non è possibile trarre conclusioni sulla sicurezza del Triphenyl phosphate perché non è possibile escludere, sulla base delle informazioni disponibili, problemi di genotossicità e pertanto non si può individuare la sicurezza d’uso al 5% come concentrazione massima o proporre altre %.

Secondo l’opinion SCCS, dopo l’analisi dei dati attualmente disponibili, è stato dimostrato che il Triphenyl phosphate non induce mutazioni genetiche. Tuttavia, le prove della mancanza di induzione di danno cromosomico sono discutibili e i dati recenti di uno studio del 2023 (di Xie et al.) sollevano preoccupazioni sulla clastogenicità del Triphenyl phosphate in vitro. Pertanto, non si può escludere un problema di genotossicità sulla base delle informazioni disponibili. L’SCCS aveva richiesto prove aggiuntive tramite uno studio in vitro sul Triphenyl phosphate per escludere il potenziale di genotossicità. Il richiedente non ha fornito quanto richiesto e pertanto, il potenziale genotossico del Triphenyl phosphate non può essere escluso.

Per ciò che concerne la sospetta attività di interferenza endocrina riportiamo nuovamente quanto già presente nella precedente news sull’argomento perché confermato in questa definitiva.

“I test relativi all’attività di eventuale interferenza endocrina del Triphenyl phosphate hanno fornito dati contrastanti. Nei test in vitro di livello 2 è stata osservata una certa attività estrogenica. Inoltre, tale studio ha dimostrato una stimolazione della secrezione di progesterone. Gli studi presentati non indicano un potenziale androgenico. Sebbene uno studio in vivo a breve termine sui topi abbia rilevato una diminuzione del livello sierico di testosterone, da tale studio non è possibile dedurre se ciò possa essere attribuito ad un effetto antiandrogeno. Non sono stati presentati studi in vivo di livello 3. Negli studi in vivo di livello 4 non sono stati osservati effetti estrogenici. Sono inoltre stati forniti studi tratti dalla letteratura contenenti informazioni sulla presenza o assenza di attività endocrina del Triphenyl phosphate negli esseri umani. Poiché gli studi si basano sui metaboliti urinari, che possono anche avere origine dall’esposizione ad altri organofosfati, non possono essere utilizzati per la valutazione del rischio nella opinion SCCS.”